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Channel: Christian Cabello, Author at In Terris
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Lavoro domestico e assistenza domiciliare: le peculiarità del contesto italiano

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Il lavoro domestico e l’assistenza domiciliare sono dei settori cruciali, soprattutto per la cura degli anziani e delle persone più vulnerabili. Questi lavoratori, tra cui si annoverano le badanti, svolgono un ruolo fondamentale nel supporto quotidiano delle famiglie, consentendo agli anziani di vivere presso il loro domicilio.

Le peculiarità italiane

Il contesto italiano, negli ultimi anni, è caratterizzato sempre di più da una crescente popolazione anziana e da un mercato del lavoro che include una forte presenza di lavoratori stranieri. In particolare, su questo versante, l’assistenza domiciliare, è una risorsa fondamentale per la qualità della vita degli anziani e delle famiglie. Interris.it ha intervistato Giamaica Puntillo, presidente nazionale di Acli Colf.

Giamaica Puntillo, presidente nazionale di Acli Colf (© Acli Colf)

L’intervista

Presidente Puntillo, come si configura il ruolo dei lavoratori domestici in Italia? Quali sono, in base agli ultimi dati divulgati, le nazionalità più diffuse in tale settore?

“Gli ultimi dati disponibili ci dicono che, in Italia, i lavoratori domestici di nazionalità straniera rappresentano quasi il 69% del totale, raggiungendo il 72,7% tra i contratti per la mansione di badante. Le principali nazionalità di origine europea dell’Est includono Romania, Moldavia e Ucraina, mentre quelle extraeuropee comprendono Filippine e Bangladesh. Occorre evidenziare che, i lavoratori domestici, rivestono un ruolo cruciale nel sistema di assistenza italiano, in particolare per la cura domiciliare degli anziani. La loro presenza consente agli anziani di ricevere assistenza personalizzata nel comfort della propria abitazione, contribuendo al mantenimento della loro autonomia e qualità di vita. Questo supporto è fondamentale per le famiglie, che spesso si affidano a questi professionisti per garantire un’assistenza adeguata ai propri cari.”

In che modo, a suo parere, la professione degli assistenti di cura, può essere valorizzata nell’ambito della cura alle persone anziane?

“Il progressivo invecchiamento della fascia di popolazione che si sta trovando a vivere nella Terza e nella Quarta Età, ci pone di fronte a una seria riflessione riguardante il sistema di welfare nel suo complesso. A tal proposito, il ruolo degli assistenti di cura deve essere valorizzato attraverso un adeguato riconoscimento professionale e un potenziamento della formazione specifica. La prossimità quotidiana agli anziani consente loro di comprendere meglio le esigenze fisiche ed emotive degli assistiti, creando un legame di fiducia e supporto reciproco. Questo rapporto costante permette di adattare l’assistenza alle necessità individuali, rispondendo tempestivamente agli eventuali cambiamenti nel loro stato di salute. Inoltre, la possibilità di ricevere assistenza domiciliare, consente agli anziani di rimanere nel proprio ambiente familiare, circondati dai propri affetti, migliorando così il loro benessere psicologico e rallentando il processo di invecchiamento. Occorre ricordare che, un supporto professionale qualificato, può rendere la propria casa il luogo ideale per una cura dignitosa che sappia mettere sempre al centro la persona.”

Guardiamo al futuro: quali cambiamenti auspica nell’ambito dell’assistenza domiciliare? Come si connoterà l’impegno di Acli Colf in tal senso?

“L’assistenza domiciliare deve evolversi verso una maggiore inclusività e professionalizzazione. È fondamentale rafforzare la formazione degli assistenti di cura, garantendo loro un supporto continuo e un riconoscimento adeguato al ruolo cruciale che ricoprono nella cura degli anziani e delle persone più fragili. Acli Colf, in linea con i valori di solidarietà e fraternità propri del cristianesimo sociale, si sta impegnando nella promozione di politiche che riconoscano e valorizzino sempre di più la loro opera di prossimità attiva, favorendo l’accesso a percorsi formativi avanzati e l’istituzione di reti di supporto per le famiglie e gli assistiti. Il principio di fraternità, che Papa Francesco ci insegna a vivere quotidianamente in questo periodo di malattia attraverso quella che definirei la forza gentile della fragilità, ci sta facendo comprendere meglio l’importanza di prendersi cura degli altri, specialmente dei più vulnerabili. L’esempio del Santo Padre, che abbiamo il dovere di fare nostro, ci ricorda come la cura e l’attenzione reciproca siano un valore fondamentale nella società a cui, nessuno di noi, può abdicare.”

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